L’allargamento dell’UE ai Paesi dell’Est e del Sud-Est è una priorità strategica per il futuro del Vecchio Continente. Tuttavia, il percorso appare oggi segnato da molte incognite, dalla sicurezza alla difesa, fino alla stabilità economica, nel quadro di un contesto geopolitico in continua ridefinizione.
Proprio intorno a questi temi si è sviluppato il webinar di Start Magazine dedicato alla presentazione del numero di marzo del quadrimestrale, “Passaggio a Sud-Est”.
All’evento hanno preso parte Ferdinando Nelli Feroci, ambasciatore ed ex presidente dell’Istituto Affari Internazionali, la prof.ssa Renata Gravina, ricercatrice e docente di Storia dell’Europa orientale alla Sapienza, l’analista Alexandru Fordea, responsabile del Desk Geoeconomia del Centro Studi Internazionali, e Ilario Piagnerelli, inviato di RaiNews24.
L’incontro, moderato dai giornalisti di Start Magazine Maria Scopece e Edoardo Lisi, ha visto un approfondito dibattito sulle prospettive di allargamento dell’Unione Europea e sulle dinamiche geopolitiche che influenzano il ruolo europeo nel contesto globale.
La prof.ssa Renata Gravina ha approfondito il possibile ruolo di attori terzi nella crisi ucraina paventato nelle intese incrociate tra Usa, Ucraina e Russia, con particolare attenzione alla Turchia. “Esiste un rapporto pivotale tra Ankara e Mosca”, ha spiegato, sottolineando però come le tregue finora raggiunte siano state estremamente fragili.
Sulla necessità di un rafforzamento della difesa comune europea si è espresso invece l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci: “Molti Paesi dell’Est sono già nella NATO, ma non possiamo più dirci al sicuro dell’ombrello americano. I sentimenti prevalenti nell’amministrazione Usa nei confronti dell’Europa, come si evince dal caso Chatgate, sono di avversione”. Nelli Feroci ha poi analizzato come il conflitto stia ridefinendo le categorie con cui analizziamo la guerra moderna: “Non è solo un conflitto tradizionale, ma una guerra ibrida, con droni, satelliti e nuove tecnologie militari che stanno cambiando il modo di combattere”, ha affermato.
L’analista Alexandru Fordea si è soffermato sull’influenza della Cina nella crisi ucraina: “Pechino ha preferito mantenere una posizione di equidistanza, ma avrà un ruolo chiave nella fase di ricostruzione”. Quanto alla questione dell’integrazione dei Balcani occidentali, osserva: “Si tratta di una regione complessa, con tensioni politiche irrisolte, ma l’integrazione porta con sé importanti vantaggi economici. La Serbia è un mercato importante, mentre l’Albania, ad esempio, potrebbe diventare un hub energetico cruciale per l’Italia”.
Appena tornato dall’Ucraina il giornalista Ilario Piagnerelli, che ha raccontato le aspettative europee nel Paese. “La generazione di Maidan guarda ancora con entusiasmo all’Ue, mentre i più anziani conservano una mentalità post-sovietica, sebbene oggi non si senta più parlare di presunti sentimenti filorussi. E non bisogna dimenticare che questa è guerra nasce per la volontà del popolo ucraino di entrare in Europa, non nella Nato”.